Listening to Italian Colonialism è un format che proponiamo in collaborazione con il progetto Afrovocality, in cui la memoria e la rimozione del colonialismo italiano in Etiopia sono analizzate attraverso canzoni e stornelli del tempo. La prima puntata ospita un'intervista allo storico Alessandro Triulzi.
L’argomento poi risulta ancora più interessante se si considera lo stridore fra la vastità di quel repertorio e il quasi totale oblio in cui è caduto pochi anni dopo.
Il mio era un interesse di tipo musicologico: si studia la musica in quanto prodotto culturale e si prendono in considerazione gli aspetti musicali cercando di identificare la funzione sociale del suono e il modo in cui quella funzione si modica in base ai contesti storico-culturali. In questo senso, la domanda “com’è possibile che un repertorio musicale così onnipresente sia finito nel dimenticatoio dopo pochissimi anni?” aveva perfettamente senso se vista attraverso i cambiamenti determinati dalla seconda guerra mondiale e dalla generale opera di rimozione delle avventure coloniali a partire dall’immediato dopoguerra.
Tuttavia, il repertorio non era completamente evaporato. Una canzone era rimasta nella memoria in quanto trasformata in inno del neofascismo, per quanto - ironia della storia - si trattasse di un brano inizialmente osteggiato dal regime. Qui il mio dilemma: nonostante l’interesse nei confronti di questo repertorio, che in quanto repertorio presenta una serie di visioni e soluzioni diverse su un tema generale – l’Etiopia, appunto –, non volevo diventare quello che si occupa di «Faccetta nera».
Sarà che in un ambiente piccolo come quello della musicologia si fa presto a diventare quello che si studia. Ci si conosce per quello di cui ci si occupa: la tizia che è andata a studiare musica classica dell’India del Sud vivendo a lungo con il suo guru; il caio che ha scritto la sua tesi sul carnevale di Montemarano; etc.
Durante un seminario, espressi apertamente la mia preoccupazione. Una collega mi venne in aiuto, suggerendomi di fare del mio lavoro una conversazione a più voci, di coinvolgere altri esperti in grado di ascoltare e interpretare il repertorio da altri punti di vista.
Gianpaolo Chiriacò è ricercatore presso l’Università di Innsbruck. Muovendosi fra etnomusicologia e cultural studies, ha portato avanti una lunga ricerca sul campo a Chicago (Voci Nere. Storia e antropologia del canto afroamericano, Mimesis 2018) e adesso indaga le relazioni fra Italia ed Etiopia nella popular music italiana. Nel resto del tempo si prende cura delle sue figlie. Il sito www.afrovocality.com raccoglie pubblicazioni, incisioni, video, e mappe relative alle sue ricerche.