Napoli, confine materiale e simbolico dell’Europa meridionale, è il luogo che abbiamo scelto per guardare al Sud globale da una prospettiva inedita.
tab Tamu Edizioni è un progetto culturale indipendente e collettivo. Pubblichiamo opere di narrativa e saggistica che guardano alle sfide lanciate dai movimenti femministi e antirazzisti, alle migrazioni, alle eredità del colonialismo e alla crisi ecologica del pianeta come fenomeni centrali nella società globale. La nostra linea editoriale si muove lungo le pieghe della realtà contemporanea, ne percorre le principali linee di rottura e mette in luce le specificità dei diversi Sud in un mondo sempre più interconnesso.
tab Napoli, confine materiale e simbolico dell’Europa meridionale, è il luogo che abbiamo scelto per guardare al Sud globale da una prospettiva inedita. Tamu Edizioni nasce dall’esperienza, tutt’ora fertile, della libreria Tamu, che abbiamo aperto nell’autunno 2018 nel centro storico partenopeo. Se la libreria è luogo fisico di incontro e di dibattito con autori, ricercatrici, creative e attivisti dell’area mediterranea, la casa editrice è il mezzo per moltiplicare i viaggi, i legami e le scoperte possibili attraverso i libri.
tab Da librai/e indipendenti, conosciamo le sfide di un mercato del libro sbilanciato a favore di pochi attori più grossi. Non partecipiamo a questa competizione truccata: anche nella filiera editoriale puntiamo a costruire relazioni di fiducia con chi condivide la stessa nostra prospettiva. È sugli scaffali delle altre librerie indipendenti che come noi hanno scommesso sulla forza del fare rete che potrete trovare i nostri libri, anche nei piccoli centri e nelle periferie.
Tamu arrivò nel 1926, dopo la sconfitta di ‘Abdelkarim da parte degli eserciti francesi e spagnoli. Un bel mattino, quand’era ancora presto, apparve all’orizzonte della bassa piana del Gharb in sella a un cavallo spagnolo, avvolta in un mantello bianco di foggia maschile e con in testa un copricapo femminile, per non farsi sparare dai soldati. Tutte le donne dell’harem amavano raccontare del suo arrivo alla fattoria, ed era una storia bella come quelle delle Mille e una notte: anche più bella, visto che la protagonista era lì presente in carne e ossa, ad ascoltare e sorridere. Tamu era apparsa quel mattino con indosso dei pesanti bracciali berberi d’argento completi di borchie acuminate, il tipo di bracciali che, se necessario, possono essere usati per difesa.
tab Osserviamo che in luoghi diversi le identità individuali e collettive prendono forma in base alle categorie sociali di razza, genere e classe. Nei libri come nella vita ognuno di noi è un personaggio che si muove tra le maglie di queste identità. Nella scrittura, nella lettura e nella diffusione di testi cerchiamo di riconoscere quest’intreccio di categorie che ha prodotto un sistema di oppressione su scala globale. Gli spazi di libertà, nei libri come nella vita, li costruiamo mettendo in tensione i fili di queste maglie. Tamu, nella Terrazza proibita di Fatema Mernissi, lo fa in quanto donna berbera combattente in un mondo, quello del Marocco di metà ’900, disegnato a misura dell’uomo bianco in forme diverse, ma simile nella sostanza al mondo di oggi.