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Algoritmi dell'oppressione
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Safiya Umoja Noble
traduzione e prefazione del gruppo Ippolita introduzione di Grace Fainelli
Google è sinonimo di accesso al sapere e neutralità in tutto il mondo. Ma quando i risultati di una ricerca inneggiano al suprematismo bianco o al nazismo si tratta davvero di errori o del semplice riflesso di una società violenta? Algoritmi dell’oppressione affronta, attraverso le lenti del femminismo nero, i falsi miti che hanno ammantato di un’aura di tolleranza Google e altre imprese digitali che traggono profitto dal razzismo e dal sessismo. Sottoporre a critica il potere dell’algoritmo è urgente. In gioco c’è l’idea di un’informazione non commerciale, il diritto all’oblio delle nostre tracce online e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale, rispetto alla quale prevale un ingenuo ottimismo. Ripartire dalla prospettiva delle comunità che sono più penalizzate dalle logiche del capitalismo digitale, come quella afroamericana, è un passaggio necessario per una lotta alle disuguaglianze all’altezza del presente.
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Safiya Umoja Noble è professoressa di Studi di genere e Studi afroamericani presso l’Università della California, Los Angeles, dove dirige il Center for Critical Internet Inquiry (C2i2) e l’iniziativa DataX. Nel 2021 ha ottenuto la MacArthur fellowship per il suo lavoro innovativo negli studi critici sull’informazione e sugli algoritmi, e nel 2023 è stata insignita del Miles Conrad Award, un premio alla carriera per chi lavora nel campo dell’informazione. Fa parte del consiglio direttivo della Cyber Civil Rights Initiative, che opera in difesa delle persone vulnerabili alle molestie online.