Listening to Italian Colonialismè un format che proponiamo in collaborazione con il progetto Afrovocality, in cui la memoria e la rimozione del colonialismo italiano in Etiopia sono analizzate attraverso canzoni e stornelli del tempo. La quarta puntata ospita un'intervista a Jacopo Tomatis, autore di un importantissimo libro dal titolo «Storia culturale della canzone italiana»
Jacopo Tomatis, autore di un preziosissimo libro dal titolo «Storia culturale della canzone italiana», lo spiega perfettamente nella quarta puntata della serie: se un gran numero di musicisti, compositori, parolieri e produttori hanno sentito il bisogno di incidere brani che parlassero di Etiopia, ciò era determinato non tanto dalle direttive dei vertici del fascismo, ma da un complesso di vari fattori.
«Questi – ci ricorda Tomatis – furono gli anni della radio; furono gli anni del cinema sonoro; furono gli anni in cui si sviluppò moltissimo l’industria del disco. Furono gli anni in cui vennero prodotte moltissime canzoni». Furono anche gli anni in cui si gettarono le basi per la costruzione di un modello di canzone italiana, che poi approdò a Sanremo. Tale modello fu costruito anche grazie agli esperimenti con forme e orchestrazioni realizzati a partire da un tema dato: l’Etiopia e la sua italianizzazione.
Ricordare questo aspetto è un passaggio fondamentale quando si cerca di comprendere qual è l’eredità musicale di un colonialismo abbandonato nei cassetti, che tuttavia ha lasciato numerose tracce, anche nel nostro patrimonio musicale di natura più pop.
Gianpaolo Chiriacò è ricercatore presso l’Università di Innsbruck. Muovendosi fra etnomusicologia e cultural studies, ha portato avanti una lunga ricerca sul campo a Chicago (Voci Nere. Storia e antropologia del canto afroamericano, Mimesis 2018) e adesso indaga le relazioni fra Italia ed Etiopia nella popular music italiana. Nel resto del tempo si prende cura delle sue figlie. Il sito www.afrovocality.com raccoglie pubblicazioni, incisioni, video, e mappe relative alle sue ricerche.